una disamina dolorosa

parto dal presupposto che questa squadra ha nelle sue corde tutte le potenziali qualità per vincere con due gol di scarto a Donetz, per battere l'Inter in Coppa Italia e per conquistarsi un degno piazzamento in Campionato per prossima stagione.
Ma con quale spirito si accinge a spingersi fuori da questo guado nel quale s'è cacciata?
Io vedo un generale abbattimento, una mancanza di fiducia che poi si ripercuote sulla concentrazione. Arriverà anche la paura che finirà per compromettere tutto.
Con tutta probabilità la stagione è stata gettata via, ma non basta. La Roma ormai è cotta, finita. Bisogna rivoltarla come un calzino. Nell'anno in cui la potenzialità è stata portata al livello massimo dai tempi dell'ultima Roma di Capello, quella costruita con il sacrificio di un intero patrimonio, quello di Franco Sensi e famiglia, il risultato è stato un orribile quanto inaspettato flop. A riprova del fatto che le squadre non si fanno solo comprando e vendendo giocatori e pagandoli per quanto pretende il mercato, ma con il lavoro e i progetti stilati da gente in gamba.
La Roma negli anni passati ha raggiunto risultati inaspettati, ha divertito i suoi tifosi e li ha inorgogliti perché è stata una squadra fatta con il poco possibile ma una squadra che ha avuto un'anima. S'è vinto quasi niente, è vero, e si è perso tanto (e male), ma si è giocato e si è stati protagonisti.

Diciamo addio a questa squadra, a questa dirigenza, a questa direzione tecnica. Gli investimenti di capitali devono fruttare ritorni economici, questo insegnano gli americani, questo hanno imparato i cinesi. A Roma non verranno i nababbi arabi a godersi lo spettacolo del loro giocattolino che gli costa x $ all'anno così come un giro in Ferrari o una crociera nei loro yacht megalusso, non verranno i Sensi con il cuore colmo di passione giallorossa, verranno Imprenditori che faranno di una squadra pallonara un'azienda che dovrà produrre utili. E se perdite saranno diranno arrivederci e grazie.
Auguro a loro di affidarsi a gente capace di gestire un'azienda ma soprattutto capace di produrre gioco-calcio onorandone lo spirito nel rispetto dei valori sportivi.

Dopo ogni lutto doloroso c'è una nuova fase, la vita va avanti e se è migliore o peggiore dipende solo da noi.
La "Roma" è morta. Si porti nella tomba tutto quello che aveva. Da ora in poi bisognerà occuparsi di altro e avere nuovi occhi e se sarà anche una Roma per i vecchi cuori lo vedremo.

Un saluto e un augurio a tutti voi.

amen

la roma e'morta e quello che e'peggio bisogna aspettare giugno per il funerale...pensa che agonia che stiamo vivendo

E' da ieri sera alla fine della partita che c'ho la lacrima in tasca... questa disamina non è dolorosa è omicida... mi hai dato il colpo di grazia

BRAVISSIMO BARDA

OTTIMO DISCORSO

andrea ha scritto:la roma e'morta e quello che e'peggio bisogna aspettare giugno per il funerale...pensa che agonia che stiamo vivendo

E questo è davvero il peggio per ogni tifoso...come si fa a soffrire per altri 3 mesi???

Che si muova questo compratore a concludere... così i giocatori si sentiranno motivati dal vento nuovo e dall'idea di convincere il futuro mister o anche nuovi acquirenti, Ranieri stesso penserà che deve darsi una mossa se vuole sperare di rimanere...
Altrimenti, così è tutto desolante e stantio, la Roma sembra abbandonata a se stessa.

Framusician ha scritto:Che si muova questo compratore a concludere...

Il nocciolo della questione è tutto qui...

giova77 ha scritto:

Framusician ha scritto:Che si muova questo compratore a concludere...

Il nocciolo della questione è tutto qui...

Bisogna rispettare i tempi che in questo caso, sono più lunghi visto che l'asroma è quotata in Borsa.Poi se succede che la squadra continui a perdere e fallisce gli obbiettivi minimi,partecipazione alla Champios League o l'Europa l'League(la Coppa Italia è esclusa perchè non ti manda in Europa)può succedere che l'affare salti.
Ma di questo non mi preoccupo,perchè le banche sono le professioniste del crimine e sono sicuro che tutto andrà a posto.Magari ridimensionati ma vivi