60 anni fa...Esplode la prima bomba a idrogeno

Mille volte più potente delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Era questo il biglietto da visita con il quale Ivy Mike, la prima bomba H realizzata dagli Stati Uniti, si presentò la mattina del primo novembre 1952, al test che incendiò il cielo sopra l' atollo Eniwetok nell'Oceano Pacifico, 5mila chilometri a ovest delle isole Hawaii. L'esplosione sollevò in aria 80 milioni di tonnellate di suolo, disintegrando completamente l'isola di Elugelab, sopra la quale venne sganciata, e lasciando al suo posto un cratere sottomarino largo quasi 2 chilometri e profondo 50 metri. Produsse un fungo che entrò nella stratosfera, raggiungendo i 17mila metri di altezza, in meno di 90 secondi e poi raggiunse i 33mila per stabilizzarsi infine a 37mila metri.

L'ordigno, diversamente dalle bombe A che l’avevano preceduto, non si basava sulla fissione ma sulla fusione nucleare, il processo che avviene all'interno delle stelle. L'idea di prendere ispirazione dagli astri era inizialmente venuta a Enrico Fermi. Il fisico italiano tuttavia, come poi anche Julius Robert Oppenheimer, si rifiutò di procedere alla creazione della bomba a idrogeno, lasciando l'impresa nelle mani dell'ungherese Edward Teller, già parte del team che aveva lavorato al progetto Manhattan, e del suo allievo Richard Garwin.

La popolazione statunitense e il resto del mondo vennero a sapere della sua esistenza solo l'anno seguente, il 7 gennaio 1953, grazie all'annuncio con il quale il presidente statunitense Harry Truman dimostrò, pochi giorni prima di lasciare la Casa Bianca, di aver mantenuto la promessa fatta tre anni prima di arricchire l'arsenale nucleare statunitense. Cosa fare di questa superbomba era una decisione che ora spettava a Dwight David Eisenhower. Il presidente eletto aveva ricevuto un filmato dell'esplosione pochi giorni dopo il test.

Era chiaro sia al governo Usa sia ai suoi scienziati che Mike non era certo un'arma che poteva essere prodotta in massa sul breve periodo. Le sue dimensioni e il suo peso (quasi 74 tonnellate) la rendevano più simile a una mini centrale nucleare destinata a esplodere, che non a una bomba da usare in battaglia. Il suo scopo nell'immediato infatti era un altro: dimostrare il potenziale bellico degli Stati Uniti, mettere paura ai nemici vecchi e nuovi (soprattutto all'Unione Sovietica) e farli riflettere due volte prima di dare il via, eventualmente, a un nuovo conflitto. Una versione semplificata e meno potente venne comunque realizzata in poco tempo, come ulteriore deterrente.

Invece che placare la corsa sovietica agli armamenti, Ivy Mike ottenne l'effetto opposto. Il governo di Mosca mise a lavoro i suoi scienziati migliori e il 12 agosto 1953 l'Urss testò la sua bomba H. Ora le due potenze erano di nuovo pari nella capacità bellica e la Guerra Fredda poteva continuare, a colpi di scienza, ingegneria e tecnologia, su altri fronti, per esempio quello del dominio dello Spazio.

Se non erro, l'innesco della bomba a idrogeno fu una mini-bomba atomica.