6 Aprile 2009 ore 03:32 - La terra trema...

Una città ferma da tre anni, da quella scossa che la notte del 6 aprile 2009 l’ha messa in ginocchio. Una città vietata ai suoi abitanti, che non possono più vivere il centro storico.
Una città inagibile, ingabbiata con puntellamenti e tubi innocenti, che ricordano a tutti il dolore per le 309 vittime del terremoto abruzzese. Ecco L’Aquila nell’anno terzo dopo il terremoto. Svanite nel nulla le promesse del governo Berlusconi, quasi intangibile il lavoro del commissario alla ricostruzione, il presidente della regione Gianni Chiodi.
Tutto ciò che è stato fatto è mettere in sicurezza parte degli edifici crollati. Il risultato è questo: una città ingabbiata dalle impalcature e dai ritardi e dalle colpe della politica
Intanto, si è organizzata la fiaccolata, che nella notte tra il 5 e il 6 aprile percorrerà in silenzio le vie del centro storico, fino a raggiungere alle 3.32 Piazza Duomo.
Io ci sarò perché la rabbia è tanta ma deve prevalere l'amore per questa bellissima città e per quelle 309 vittime innocenti.

Fai bene a partecipare, lo farei anch'io se abitassi lì.

R.I.P.

mimi64 ha scritto:Una città ferma da tre anni, da quella scossa che la notte del 6 aprile 2009 l’ha messa in ginocchio. Una città vietata ai suoi abitanti, che non possono più vivere il centro storico.
Una città inagibile, ingabbiata con puntellamenti e tubi innocenti, che ricordano a tutti il dolore per le 309 vittime del terremoto abruzzese. Ecco L’Aquila nell’anno terzo dopo il terremoto. Svanite nel nulla le promesse del governo Berlusconi, quasi intangibile il lavoro del commissario alla ricostruzione, il presidente della regione Gianni Chiodi.
Tutto ciò che è stato fatto è mettere in sicurezza parte degli edifici crollati. Il risultato è questo: una città ingabbiata dalle impalcature e dai ritardi e dalle colpe della politica
Intanto, si è organizzata la fiaccolata, che nella notte tra il 5 e il 6 aprile percorrerà in silenzio le vie del centro storico, fino a raggiungere alle 3.32 Piazza Duomo.
Io ci sarò perché la rabbia è tanta ma deve prevalere l'amore per questa bellissima città e per quelle 309 vittime innocenti.

Lo so bene quello che provano gli abitanti de L'Aquila, o almeno alcun di loro che conosco:mi raccontava una mia ex compagna di scuola dei suoi anziani genitori che hanno dovuto lasciare la propria casa, e non c'è cosa più devastante per le persone anziane che lasciare il piccolo mondo che è tutto concentrato nelle loro abitazioni. Ahivoglia a dire che sono solo oggetti e l'importante è che siano vivi:non li ha uccisi il terremoto, potrebbe farlo il dolore di essere stati strappati via da dove avevano piantato radici. E non sono discorsi retorici, purtroppo è triste realtà. Realtà che mi ha raccontato anche la mia amica Chiara che è stata in città e in altri paesi della zona come volontaria e ha potuto toccare con mano la situazione.
Portati dietro anche un po' della nostra nostra rabbia Mimi, perché ogni cittadino si dovrebbe indignare, non ci si può sempre limitare a scansarsi in là e a fare spallucce

polly ha scritto:

mimi64 ha scritto:Una città ferma da tre anni, da quella scossa che la notte del 6 aprile 2009 l’ha messa in ginocchio. Una città vietata ai suoi abitanti, che non possono più vivere il centro storico.
Una città inagibile, ingabbiata con puntellamenti e tubi innocenti, che ricordano a tutti il dolore per le 309 vittime del terremoto abruzzese. Ecco L’Aquila nell’anno terzo dopo il terremoto. Svanite nel nulla le promesse del governo Berlusconi, quasi intangibile il lavoro del commissario alla ricostruzione, il presidente della regione Gianni Chiodi.
Tutto ciò che è stato fatto è mettere in sicurezza parte degli edifici crollati. Il risultato è questo: una città ingabbiata dalle impalcature e dai ritardi e dalle colpe della politica
Intanto, si è organizzata la fiaccolata, che nella notte tra il 5 e il 6 aprile percorrerà in silenzio le vie del centro storico, fino a raggiungere alle 3.32 Piazza Duomo.
Io ci sarò perché la rabbia è tanta ma deve prevalere l'amore per questa bellissima città e per quelle 309 vittime innocenti.

Lo so bene quello che provano gli abitanti de L'Aquila, o almeno alcun di loro che conosco:mi raccontava una mia ex compagna di scuola dei suoi anziani genitori che hanno dovuto lasciare la propria casa, e non c'è cosa più devastante per le persone anziane che lasciare il piccolo mondo che è tutto concentrato nelle loro abitazioni. Ahivoglia a dire che sono solo oggetti e l'importante è che siano vivi:non li ha uccisi il terremoto, potrebbe farlo il dolore di essere stati strappati via da dove avevano piantato radici. E non sono discorsi retorici, purtroppo è triste realtà. Realtà che mi ha raccontato anche la mia amica Chiara che è stata in città e in altri paesi della zona come volontaria e ha potuto toccare con mano la situazione.
Portati dietro anche un po' della nostra nostra rabbia Mimi, perché ogni cittadino si dovrebbe indignare, non ci si può sempre limitare a scansarsi in là e a fare spallucce

Grazie... il pomeriggio di Pasqua saremo di nuovo lì, meteo permettendo, con il mio gruppo "Clown in corsia" per i bambini con giochi, dolci e uova di Pasqua: è tremendo vedere nei loro occhi ancora la paura ma è meraviglioso vederli sorridere con poco!!!

alexmarubium ha scritto:

avevo intenzione di postare domani questo articolo,ma visto che si parla di ritardi e soldi finiti chissà dove mi sembra opportuno parlare anche di questi soldi fermi chissà nelle tasche di chi.

un abbraccio virtuale a mimi e a tutto l'abruzzo.



Jovanotti protesta: i soldi per L’Aquila sono ancora fermi. Più di un milione di euro.

‘DOMANI’ FERMO. Sono 1,2 milioni i soldi raccolti con la canzone ‘Domani’e sono ancora inutilizzati. La somma di denaro per aiutare l’Aquila del post-terremoto risulta essere ancora ferma. Per fortuna non tutti si dimenticano di quella somma e della sua originaria destinazione: in questi giorni Jovanotti è tornato ad accendere i riflettori sulla spiacevole – e inaccettabile! – situazione, attraverso Twitter. E’ nato così un ‘tam tam’ che ha visto intervenire il ministro Fabrizio Barca: ”Parte dei fondi (6%) sul Teatro Comunale – ha scritto in un tweet – risulta spesa. Il grosso, assegnato al Conservatorio, è fermo”.

Dopo tre anni dal terremoto i soldi raccolti sono ancora fermi. Quei soldi furono raccolti con la vendita del cd ‘Domani’ che aveva visto uniti 56 artisti italiani, coordinati da Mauro Pagani. A due settimane dal sisma si erano uniti per suonare e cantare insieme, uniti per l’Abruzzo. All’epoca i soldi furono versati al ministro (di allora) Sandro Bondi su un conto corrente intestato al Mibac, e vennero destinati alla ricostruzione del Conservatorio Alfredo Casella. 69 mila euro vennero destinati al teatro comunale per cui anche Bruno Vespa, con Porta a Porta, raccolse circa 1,6 milioni, e i lavori sono cominciati. Ma la maggior parte della somma raccolta con ‘Domani’ è ancora inutilizzata.
Pare – secondo quanto riportano le agenzie stampa, da fonti ai Beni Culturali dell’Aquila – che non ci sia ancora un progetto e che questo spetterebbe alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Perchè non viene fatto questo progetto? Sapere il motivo per cui tutto – o quasi – è rimasto fermo, sarebbe un passo avanti per cercare di sbloccare la situazione.

Intanto, si apprende che anche la maggioranza dei fondi raccolti da Amiche per l’Abruzzo (1,2 milioni di euro), per la ristrutturazione della scuola elementare “De Amicis”, è ferma a causa del lento iter burocratico per l’appalto.
Sono situazioni che lasciano l’amaro in bocca. E’ possibile che motivi burocratici fermino lavori così urgenti e necessari? Lo slancio solidale degli artisti che hanno lavorato a queste canzoni, e delle persone che le hanno acquistate, deve essere considerato inutile? Una regione come l’Abruzzo, colpita duramente dal terremoto, deve considerarsi ufficialmente abbandonata?
La risposta è no, ma tutti vorremmo vedere la concretezza delle risposte.

Grazie a tutti....
Tra un paio d'ore parto per L'Aquila e camminerò per le vie disastrate anche con il vostro pensiero: si partirà dalla "Casa del studente" divenuta purtroppo simbolo di questa tragedia.
Finora gli unici soldi andati a buon fine sono stati quelli raccolti durante l'amichevole di maggio 2010 tra la Roma e L'Aquila (io c'ero) gestiti direttamente dalla nostra società in collaborazione con la squadra abruzzese.
Hanno ristrutturato vari complessi sportivi dove ragazzi e bambini possono praticare uno sport.

un abbraccio a tutti anche da parte mia.

quanto ho pianto quando hanno mostrato le immagini dei funerali.....vai Mimi