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Messaggio Da asr65 Mar 18 Mar 2014 - 11:09

Come mai alcune squadre corrono di più rispetto ad altre?? Questione solo di preparazione oppure di qualche metodo non proprio lecito??
Questo articolo può darci delle risposte

La filosofia: Preparazione atletica e “Calcio posizionale”: meno corri, meglio è


Molti si sono stupiti, durante il ritiro, di non vedere corse nei boschi, ripetute e gradoni. Sta di fatto che il metodo di preparazione più diffuso nel calcio moderno d’eccellenza concepisce proprio l’abolizione “dell’allenamento sul fondo” a favore del “lavoro con il pallone, e da “tanta intensità con i torelli” (fonte: Il Romanista) .

La testimonianza di Van Gaal all’Ajax ci illumina sul processo di passaggio tra la preparazione ‘classica’ nel calcio, più concentrata sul fondo, e questa contemporanea che stiamo delineando. Certamente l’esperienza di Van Gaal è cruciale in questo passaggio, ricordando che dell’olandese sono stati allievi allenatori come Mourinho e Guardiola, che oggi dominano la scena e tracciano le strade da seguire.

Qual è il concetto che sta dietro a questo tipo di preparazione? Allenare i giocatori non a correre il più possibile, ma a farlo il meno possibile: meno i giocatori corrono, meglio è.
Paradossale. E la resistenza? E le cosiddette ‘gambe’? Come spiegare l’assenza della palestra come appuntamento quotidiano, fisso e obbligatorio?

Uno dei punti cardine del ‘calcio totale’ (“totalvoetbal” ) elaborato da Rinus Michels e Stefan Kovacs nell’Ajax a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 era che, partendo dal semplice presupposto che i calciatori devono essere allenati essenzialmente per affrontare partite di calcio, questo dovesse rappresentare una soluzione al logorio fisico.

Lo spiega bene Ruud Krol, fuoriclasse che ricopriva la posizione di terzino sinistro nella Grande Olanda 1974 dello stesso Michels : “Come posso restare al massimo, fisicamente, per tutti i 90’? Se faccio una corsa di 70 metri in avanti, poi ne devo fare un’altra di 70 per tornare in difesa. Ed è stancante” . La soluzione allora è semplice: “Quando io scatto in avanti, il centrocampista sinistro scala in difesa al mio posto; l’ala sinistra scala al posto del centrocampista sinistro; e io resto a fare l’ala sinistra”. Distanza e fatica dimezzate per il singolo; energia continua per il collettivo. Calcio posizionale.
“Stai correndo troppo, fermati”. Così Villanova, assistente di Guardiola, rimproverò un giorno il vivace Salou Keyta durante un allenamento. “ Impara a correre meno. Scattare in modo cieco è inutile”. Notare l’uso, testale, di “cieco”: qui torniamo al principio del TIC olandese, alla I: Insight, capacità di lettura, intelligenza nel posizionarsi.

Van Gaal spiega di aver cambiato lui stesso opinione sulla preparazione fisica, all’inizio del suo lavoro all’Ajax, all’inizio degli anni ’90. Abituato alle lezioni di scuola per allenatori, pensava che il lavoro sul fondo atletico fosse imprescindibile. A farlo ragionare diversamente, fu il fisiologo del club, Jos Geysel. Van Gaal stesso ammette che Geysel, proveniente da anni di esperienza nell’hockey su prato, gli spiegò che il tessuto muscolare cambia se lavori troppo sul fondo, subendo un’eccessiva acidificazione nella fase di preparazione alla stagione. Bisognava dunque inserire delle pause regolate. Da qui, comincia lo smantellamento di questi modi di allenamento, come la corsa di fondo, mirati allo sviluppo della resistenza a scapito dell’uso del pallone.

La cosa interessante è rendersi conto che Van Gaal – e qui torniamo al ‘calcio posizionale’ e all’esempio di Villanova - pensa in modo correlato stanchezza fisica e freschezza mentale: “L’Ajax allena i suoi giocatori a correre il meno possibile sul campo. In questo modo sei molto più rapido nel cogliere gli aspetti più importanti della partita.”.

Clarence Seedorf è uno splendido esempio di questa scuola, persino nel suo essere ‘sederone’, cioè nel suo subordinare la corsa fine a se stessa alla capacità di posizionarsi. Calciatore di straordinaria intelligenza ed essenzialità, capace di vincere 4 Champions League con 3 club di 3 nazioni diverse nell’arco di 12 anni.

Due modi di “correre poco”: Calcio totale e Tiki-taka


Queste due parole racchiudono l’essenza delle esperienze vincenti della scuola olandese e di quella spagnola. Wikipedia dà un quadro abbastanza ampio e spiega bene come il secondo sia evoluzione del primo: “Il Tiki Taka viene spesso considerato l'evoluzione latina del calcio totale olandese sviluppato da Rinus Michels. La differenza più evidente di questi due schemi di gioco è che,mentre il calcio totale è basato su una completa mobilità e libertà dei giocatori in campo, grazie anche alla loro potenza fisica, il tiki taka invece si adatta alla natura fine del calcio spagnolo, di conseguenza, per sopperire a questa carenza fisica il gioco viene incentrato su transizioni lente, passaggi corti e possesso costante del pallone, tutto ciò per limitare il tempo a disposizione che può avere l'avversario per creare azioni, obbligando quindi quest'ultimo a fare pressing costante con conseguente dispendio di energia.”

Da un certo punto di vista quindi Calcio totale e Tiki-taka sono due modi di ottimizzare l’energia fisica , il secondo applicabile con successo solo da squadre dotate di grande tecnica. In questo quadro i movimenti sono meno esasperati e sono più essenziali perché a muoversi è soprattutto il pallone.

Ancora una volta, però, dobbiamo passare per la mente, e il leggendario blocnotes, di Aloysius Paulus Maria “Louis” van Gaal.
Il calcio di questo tecnico è stato innovativo nel praticare in modo estremo serie di passaggi corti in ‘fazzoletti’ di campo, attraverso 1-massimo 2 passaggi. Il tiki-taka spagnolo-barcelonista nasce da questa filosofia ( ma è reso al massimo per la qualità degli interpreti, che nel Barça anni 2000 è superiore all’Ajax anni ’90, anche per il fatto che all’indomani della legge Bosman è stato possibile assemblare tanti grandi giocatori in una sola formazione).



Il tipo di rotazione spiegato da Krol fa capire il meccanismo tattico che più di ogni altro è alla base del successo del calcio totale olandese: la capacità di avere giocatori universali, cioè a loro agio in più ruoli. Nell’Ajax di Michels, l’avanzamento a centrocampo dei terzini (Krol e Suurbier) veniva compensato dall’arretramento dei mediani (Muhren, Haan) in difesa e dalle punte in mediana (Keizer, Swart).

Nelle parole del difensore Barry Hulshoff, il principio è semplice: “Calcio Totale significa che un giocatore in attacco può giocare in difesa, pensare offensivamente ma anche difensivamente; e che un difensore deve pensare difensivamente ma anche offensivamente. In un certo punto, difesa e attacco s’incontrano”.

Nel calcio di oggi, questi concetti sono pane quotidiano di quasi tutte le squadre; ma la grande differenza di allenatori come Guardiola e LE è che hanno la determinazione di estremizzarli, e su di essi

fondare il loro calcio. Non è un caso se il Barca può schierare una squadra composta da 9 centrocampisti o se nella Roma di quest’anno i ‘terzini’ sono centrocampisti, il trequartista un ex-bomber, la seconda punta un trequartista, il mediano un trequartista..

Il soprannumero di centrocampisti favorisce il controllo del pallone; e la mobilità garantisce alla squadra flessibilità e capacità di cambiare disorientando l’avversario.

Molto interessante vedere come già agli albori del TV, gli uomini che andavano teorizzando il calcio totale avessero già previsto il Barça di Guardiola e del tiki-taka. “I giocatori che più si adatterebbero a questo gioco sono i latini, i brasiliani gli argentini. Soprattutto gli argentini, per maggiore rigore tattico e professionalità e per la grande tecnica.” Sono parole del rumeno-ungherese Ştefan Kovács, storico assistente di Michels all’Ajax e suo successore sulla panchina dei lancieri, alla vigilia della conquista della Coppa Intercontinentale. Parlava di Messi e di Iniesta. Era il 1972.

Omaggi: l'Olanda '74 di Michels e l'Ajax '95 di Van Gaal


Tre sono le squadre olandesi che hanno incarnato lo spirito e l’esempio più innovativo e pionieristico del calcio totale:
l’Ajax di Michels e poi di Kovacs (1968-1973) Tricampione d’Europa, l’Olanda 1974 di Michels vicecampione del Mondo e l’Ajax 1995 di Van Gaal, Campione d’Europa.

Sull’Olanda ’74 ci sono link interessanti e video a colori, come gli highlights del Mondiale. In particolare la prima partita, Olanda-Uruguay 2-0:



Velocità a parte, si può vedere come tramite spostamenti piuttosto che rapidi passaggi a 1-2 tocchi, la squadra cerchi spazi e dinamicità in modo non dissimile dal Barça attuale.

Riguardo l’Ajax 1995, è interessante far capire quale sia la considerazione, nel mondo e nelle accademie del calcio, di questa squadra e del lavoro portato avanti da van Gaal per arrivare sino al titolo Europeo vinto contro il Milan di Capello.
Ha detto Guardiola: "L’Ajax di Van Gaal era capace di fare alla perfezione tutto quello che io credo debba provare a fare una squadra di calcio".
Spiega il Pep: “Sottomettersi alla disciplina del gruppo è fare squadra, è fare calcio e ciò rappresenta un’opportunità in più che si offre a ciascun giocatore per far sì che sviluppi il proprio talento personale. Quella squadra pretendeva di fare – e faceva – tutto: giocare, sacrificarsi nel collettivo, brillare individualmente e vincere le partite. Tutti i suoi giocatori erano coscienti di quale fosse il proprio compito sul campo: la disciplina nelle posizioni; il possesso palla come idea di base; il costante gioco di appoggio; il movimento a 2 tocchi. E lo facevano in modo tanto semplice quanto sublime.”
Quella squadra: Van der Sar, Reiziger, Blind, F.De Boer, Rijkaard, Davids, Seedorf, Litmanen, Finidi, Overmars, R.De Boer (Kanu, Kluivert).

Molto bello questo video che mostra le qualità “pre-barceloniste” di quell’Ajax.
https://www.youtube.com/watch?v=wGWK5ifmBdQ
Potete trovare dei principi generali e poi le varie applicazioni filmate:
- Estrema fluidità e mobilità
- Partecipazione attiva del 9 nel possesso palla
- Interni di centrocampo solidali nella transizione difensiva
- Pressing alto: aggredire ben oltre la metà campo
Utilissimo per capire gli antesignani del Barça attuale.
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Messaggio Da Ospite Mar 18 Mar 2014 - 11:38

E' da quando sono bambino che sento che a calcio si deve giocare a uno due tocchi, ben prima di sentire la parola tiki taka. Poi, non capisco perchè il titolo è "La preparazione" quando poi, sostanzialmente si cerca di fare un discorso prevalentemente tattico (che a me pare anche inconcludente). Io non sono uno scienziato, ne' un medico, ma da profano assoluto, rimango convinto che il fondo sia indispensabile, come pure lo sforzo. Poi, qualcuno l'ha detto che non è importante quanto corri, ma dove corri e perchè.
Inoltre, non capisco il riferimento alla Roma attuale. In praticamente tutte le squadre i terzini spingono, quindi li possiamo ritenere tutti centrocampisti, il trequartista ex bomber chi sarebbe Totti (a mio parere è più un trequartista adattato a bomber)? Chi è la seconda punta trequartista? E chi sarebbe il trequartista mediano?

A me pare, non volermene, solo un'accozzaglia d'informazioni parziali, per giunta arricchite da citazioni AS Roma per niente necessareie e/o inerenti. A me pare che la gente pensi di conoscere il calcio senza averne visto abbastanza, e non è l'idiota "chi sa fare sa capire", perchè la gente si commuove per una poesia o un dipinto pur senza saper scrivere o senza saper tenere in mano un pennello.

In sostanza, quest'articolo non dice niente, un po' come il vecchio Baconi con l'aiuto della grafica voleva farci capire come nel gioco di Luis Enrique si formavano continuamente dei triangoli, a casa mia, tre vertici fanno un triangolo, ovunque essi siano (tranne se sono su un'unica retta). Un'informazione qua, un'informazione la, e la gente crede di avere capito il calcio.

P.S. Ma la domanda vera è: A quale conclusione porta quest'articolo.

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Messaggio Da Ospite Mar 18 Mar 2014 - 11:47

Alla base di tutte le preparazioni ci vuole fondo lento, fondo medio e serie di ripetute settimanali. Non conosco i carichi applicati, ma si capisce nettamente come qualche giocatore sia in debito (Destro, Dodò, che tra l'altro sono anche stati discontinui nelle preparazioni) come qualcun altro sia in gran forma (Nainggolan).

Sta di fatto che puoi anche correre meno per via della tattica, ma i crolli non ci devono mai essere.

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Messaggio Da Ospite Mar 18 Mar 2014 - 11:57

giova77 ha scritto:Alla base di tutte le preparazioni ci vuole fondo lento, fondo medio e serie di ripetute settimanali. Non conosco i carichi applicati, ma si capisce nettamente come qualche giocatore sia in debito (Destro, Dodò, che tra l'altro sono anche stati discontinui nelle preparazioni) come qualcun altro sia in gran forma (Nainggolan).

Sta di fatto che puoi anche correre meno per via della tattica, ma i crolli non ci devono mai essere.

 bravo bravo bravo bravo bravo 

Sfido chiunque a trovare un allenatore che voglia che i suoi uomini corrano più del necessario, la corsa è sempre determinata dalla tattica.

Vorrei solo aggiungere una cosa. Recentemente ho sentito su Sky le interviste di alcuni giocatori italiani andati a giocare in Inghilterra, tutti parlavano di un calcio che corre più veloce (l'espressione era "Va a tremila"), e poi Nocerino (che comunque in campo non aveva piedi d'oro, ma sicuramente non si risparmiava) ha detto che a fine partita in Inghilterrra, a differenza dell'Italia, sei sfinito. Ora mi chiedo, perchè mai un giocatore non dovrebbe essere sfinito a fine partita? Non è forse il suo dovere? Non è forse quel dare tutto che i tifosi si aspettano? Non è forse il vanto di certi giocatore che della cosa si riempiono solo la bocca?

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Messaggio Da asr65 Mar 18 Mar 2014 - 12:53

Sono daccordo con voi che il fondo sia necessario....ma il dubbio che mi pongo ogni volta è.... come si allenano squadre blasonate come il Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e via dicendo?? che tipo di preparazione e fondo fanno? E come fanno ad avere sempre e dico sempre intensità di gioco in qualsiasi periodo dell'anno?? Ho cercato di vedere qualcosa in merito ma non ne è uscito fuori nulla.
Posso solo dire che forse l'organizzazione di gioco e la mentalità propositiva aiuta a non essere stanchi ma il dubbio rimane.
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Messaggio Da asr65 Mar 18 Mar 2014 - 13:01

La Premier studia il "calciatore perfetto": via alla mappatura del Dna
I test genetici, fatti sui tesserati di due squadre inglesi e di un’altra top europea, puntano a individuare i punti di forza e le eventuali debolezze dei giocatori, in modo da calibrare metodi di allenamento e diete personalizzate


Il Chelsea in allenamento.Afp
Anche se la parola fa impressione solo a leggerla, il cosiddetto “robocalciatore” potrebbe essere assai più vicino di quanto si pensi. Vero, gli scienziati della DNAFit incaricati di tracciare il profilo genetico di tutti i tesserati di due squadre di Premier League e di un’altra top europea (nomi rigorosamente top secret per ovvi motivi di privacy) hanno già messo le mani avanti spiegando “che non è comunque possibile identificare una sorta di gene ‘Lionel Messi’ che indichi se qualcuno ha talento oppure no”. Ma ciò non toglie che l’idea di mappare il DNA dei calciatori per individuarne i punti di forza e le eventuali debolezze, così da poter valutare la propensione agli infortuni ma anche stilare i metodi di allenamento e la dieta da seguire per ottenere le migliori performance singole, apra la strada ad ulteriori sviluppi che, in un futuro non più tanto lontano, potrebbero fornire i parametri per l’identikit del tanto osannato “giocatore perfetto”.

ALLENAMENTI E DIETA AD HOC — “La nostra intenzione non è quella di trasformare un calciatore di quarta divisione in uno da Premier League – spiega Keith Grimaldi, direttore scientifico di DNAFit, al “Daily Mail” – bensì di trovare quelle piccole ma fondamentali differenze che potrebbero avere un impatto a lungo termine. Nel caso specifico, proprio grazie a questo test saremo in grado di sapere in anticipo quale giocatore della nazionale inglese sarà più a rischio d’insolazione durante il Mondiale e questa è un’informazione che è sempre meglio conoscere prima di un impegno tanto importante”. Ma ci sono anche altri dati che la mappatura genetica (eseguita tramite semplice tampone salivare) è in grado di fornire e che possono rivelarsi assai utili quando si ha a che fare con degli atleti, indipendentemente da quanto bravi o dotati siano. “L’eventuale presenza di una componente genetica alle lesioni tendinee – spiega ancora Grimaldi – permette di individuare il giocatore con un rischio infortunio superiore alla media o quello che ha dei tempi di recupero più brevi, approntando così il miglior allenamento possibile per ciascuno di loro. Ma l’importanza del test non va trascurata nemmeno in ambito nutrizionale, perché l’eventuale presenza di geni che ostacolino l’assorbimento dei grassi può ad esempio servire a spiegare il motivo di un mancato dimagrimento e quindi aiutare a stilare una dieta personalizzata”. Insomma, non sarà ancora il “robocalciatore” nel senso fantascientifico del termine, ma ci manca davvero poco.
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Messaggio Da Ospite Mar 18 Mar 2014 - 13:33

asr65 ha scritto:Sono daccordo con voi che il fondo sia necessario....ma il dubbio che mi pongo ogni volta è.... come si allenano squadre blasonate come il Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e via dicendo?? che tipo di preparazione e fondo fanno? E come fanno ad avere sempre e dico sempre intensità di gioco in qualsiasi periodo dell'anno?? Ho cercato di vedere qualcosa in merito ma non ne è uscito fuori nulla.
Posso solo dire che forse l'organizzazione di gioco e la mentalità propositiva aiuta a non essere stanchi ma il dubbio rimane.

Probabilmente, dipende anche dal fatto che certi campioni, a prescindere dalla vita e dai clamori del gossip, sono comunque campioni anche in allenamento. Cristiano Ronaldo è sempre velocissimo, forte fisicamente e in campo fa sempre la sua parte. Ci sono giocatori intelligenti che pensano sempre a migliorarsi e altri che invece credono di essere arrivati, con allenatori che avallanno queste convinzioni. L'organizzazione del gioco è un altro fattore imprescindibile, e non si tratta di "Tu prendi quello in marcatura, tu rientra, tu resta dove sei", si tratta di sapere in ogni momento dov'è, o dove dovrebbe essere il tuo compagno. Non correre a vuoto aiuta a tener sotto controllo la fatica. Poi, per carità lo spettro del doping c'è sempre, specie da quando in Italia (grazie a chi sappiamo) e diventato un espediente poco praticabile. Ad ogni modo, mentre altrove si vede spesso di avere undici uomini sotto la linea del pallone, mantenendo gli spazi tra i reparti, solo in Italia vedo una squadra attaccare e poi rinculare direttamente nella propria metà campo quando l'avversario ha il pallone, solo in Italia il pressing alto è considerato una specie di crimine (una squadra che pressa alto con tutti gli effettivi, è una squadra che ha più facilità a recuperare palloni e che corre molto meno di quanto si creda).


Ultima modifica di QuattroTreTre il Mar 18 Mar 2014 - 13:43 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Mar 18 Mar 2014 - 13:39

asr65 ha scritto:La Premier studia il "calciatore perfetto": via alla mappatura del Dna
I test genetici, fatti sui tesserati di due squadre inglesi e di un’altra top europea, puntano a individuare i punti di forza e le eventuali debolezze dei giocatori, in modo da calibrare metodi di allenamento e diete personalizzate


Il Chelsea in allenamento.Afp
Anche se la parola fa impressione solo a leggerla, il cosiddetto “robocalciatore” potrebbe essere assai più vicino di quanto si pensi. Vero, gli scienziati della DNAFit incaricati di tracciare il profilo genetico di tutti i tesserati di due squadre di Premier League e di un’altra top europea (nomi rigorosamente top secret per ovvi motivi di privacy) hanno già messo le mani avanti spiegando “che non è comunque possibile identificare una sorta di gene ‘Lionel Messi’ che indichi se qualcuno ha talento oppure no”. Ma ciò non toglie che l’idea di mappare il DNA dei calciatori per individuarne i punti di forza e le eventuali debolezze, così da poter valutare la propensione agli infortuni ma anche stilare i metodi di allenamento e la dieta da seguire per ottenere le migliori performance singole, apra la strada ad ulteriori sviluppi che, in un futuro non più tanto lontano, potrebbero fornire i parametri per l’identikit del tanto osannato “giocatore perfetto”.

ALLENAMENTI E DIETA AD HOC — “La nostra intenzione non è quella di trasformare un calciatore di quarta divisione in uno da Premier League – spiega Keith Grimaldi, direttore scientifico di DNAFit, al “Daily Mail” – bensì di trovare quelle piccole ma fondamentali differenze che potrebbero avere un impatto a lungo termine. Nel caso specifico, proprio grazie a questo test saremo in grado di sapere in anticipo quale giocatore della nazionale inglese sarà più a rischio d’insolazione durante il Mondiale e questa è un’informazione che è sempre meglio conoscere prima di un impegno tanto importante”. Ma ci sono anche altri dati che la mappatura genetica (eseguita tramite semplice tampone salivare) è in grado di fornire e che possono rivelarsi assai utili quando si ha a che fare con degli atleti, indipendentemente da quanto bravi o dotati siano. “L’eventuale presenza di una componente genetica alle lesioni tendinee – spiega ancora Grimaldi – permette di individuare il giocatore con un rischio infortunio superiore alla media o quello che ha dei tempi di recupero più brevi, approntando così il miglior allenamento possibile per ciascuno di loro. Ma l’importanza del test non va trascurata nemmeno in ambito nutrizionale, perché l’eventuale presenza di geni che ostacolino l’assorbimento dei grassi può ad esempio servire a spiegare il motivo di un mancato dimagrimento e quindi aiutare a stilare una dieta personalizzata”. Insomma, non sarà ancora il “robocalciatore” nel senso fantascientifico del termine, ma ci manca davvero poco.

Ben venga la scenza quando è approfondimento, ricerca e progresso, non quando è una scorciatoia. Mi fa un po' sorridere leggere del "robocalciatore" in riferimento a valutazioni, accorgimenti e soluzioni prese in base al suo DNA. Se non c'è l'essere umani nel proprio DNA...

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