Bravo Benzi, questo articolo mi piace.

Da **Framusician** Dom 27 Gen 2013 - 13:23

Arbitri, o sono una vergogna sempre, o non lo sono mai
Articolo di Stefano Benzi

Alcune riflessioni a margine del pareggio di ieri sera tra Juventus e Genoa che riguardano soprattutto i numerosi errori che l'arbitro Guida ha commesso, da una parte a danno della Juventus ma anche dall'altra, inequivocabilmente, a danno del Genoa.
Non sono un difensore d'ufficio della categoria arbitrale ma, nel loro caso credo di poter essere considerato un garantista perché si trovano ad operare in un mondo esasperato, quasi sempre ostile e gonfio di pregiudizi, sicuramente troppo gridato e soprattutto stracolmo di opinioni di facciata che cambiano con comodo al minimo variare del vento.
L'arbitro Guida era lo stesso arbitro che in Juventus Cagliari commise un paio di errori clamorosi che danneggiarono i sardi; ma da ieri è in cocca con il Napoli perché colpevole di abitare in quella provincia. Sarebbe stato meglio non designarlo? Sì…, almeno finché in questo paese ci sarà chi gioca senza fidarsi del giudice di gara e va a spulciare persino le sue amicizie di Facebook per trovare la malafede, non bisogna dare appigli a nessuno. L'arbitro in Italia dovrebbe arrivare dal pianeta Namek: e forse gli contesterebbero di essere arrivato allo stadio con un l'astronave targata Na, segno inequivocabile del suo tifo per il Napoli.
La vergognosa categoria arbitrale è la stessa che a Catania ha sicuramente danneggiato la formazione di casa proprio nella partita contro la Juventus: allora erano episodi che a fine anno si sarebbero bilanciati, ma da ieri sono la vergogna di una categoria inadeguata. Lo ha sostenuto senza mezzi termini sia in panchina che nelle sue dichiarazioni del dopo partita l'allenatore della Juventus Conte. Valutazioni simili, forse addirittura un po' più chiare ed evidenti, di quelle espresse qualche tempo fa nel tunnel degli spogliatoi dall'interista Ranocchia, squalificato poi per due giornate per aver detto "vergogna" al quarto uomo al termine della partita contro il Genoa (anche quella pareggiata per 1-1).
Oddio, vuoi vedere che è il Genoa la squadra protetta dagli arbitri? Dalla classifica non si direbbe, cavoli… stanno mascherandolo proprio bene!
Per carità, Guida ha sbagliato: alcune valutazioni sul campo sono state davvero infelici. Ma l'errore più grave è stato quello di parlare con tono confidenziale e off-record al termine della partita con i giocatori e con l'allenatore bianconero.
Ammesso e non concesso che l'arbitro abbia davvero detto a Conte che quel fallo al 94' poteva essere da rigore ma lui non se l'è sentita di fischiarlo, Guida ha commesso un errore gravissimo perché certe confidenze le fai solo a chi è in grado di mantenere il segreto sportivo che vige all'interno del campo e a chi, soprattutto, rispetta il tuo operato di uomo prima che di arbitro. C'è un patto, non scritto, che dovrebbe tutelare tutti all'interno del campo da gioco, giocatori e arbitri entrambi coinvolti nella gestione mai facile di un equilibrio instabile come quello rappresentato da una gara di calcio. Ed è quello che si basa su rispetto e buon senso.
L'errore lo possono commettere tutti, giocatori e direttori di gara, e se al termine della partita un arbitro, che si presuppone in buona fede, ammette di non essere stato nella migliore posizione per decidere o di essere stato coperto al momento dell'episodio contestato o di non aver avuto la rapidità di decisione necessaria per provvedere a una sanzione, non lo vai ad attaccare davanti alle televisioni per la sua ammissione di responsabilità avvenuta in colloquio privato. È un gesto non solo indelicato, ma del tutto fuori luogo. Se invece si presuppone la malafede... beh: bisogna smettere di giocare, scommettere e guardare la partita alla tv. Vincere non dovrebbe interessare più nessuno. Si giochi il campionato come noi facciamo il torneo di fantacalcio, e in una nottata il parto è concluso.
L'arbitro, se ha detto quello che ha detto, si è comportato da uomo e ha ammesso le sue debolezze. Indipendentemente dal fatto che avesse ragione o torto, che avesse azzeccato o sbagliato la sua decisione.
Ma purtroppo, a volte, comportarsi da sportivi e ammettere i propri errori (ed è il gesto più educativo e umile che un arbitro possa fare) è una di quelle virtù che il nostro calcio non concede e non ammette. D'altronde i lacchè porgimicrofono sono pronti e al pubblico ordinatamente schierato per il tiro a bersaglio manca la cosa più importante: il bersaglio.
La Juve ieri ha giocato una gara opaca, si potrebbe parlare anche di questo; di una partita dominata e non chiusa, di trattative di mercato quantomeno bizzarre e mai decise né decisive e di una squadra che se sta rimettendo in discussione il campionato lo sta facendo soprattutto per errori, concessioni e omissioni di propria responsabilità.
Per quanto mi riguarda continua a valere la tesi di un vecchio galantuomo, uomo di campo mai troppo rimpianto dal mio modo di vedere il calcio che è stato, a suo tempo, Vujadin Boskov: "Rigore è quando arbitro fischia".
Un arbitro e un fischietto sono necessari: averne rispetto a priori, e magari anche a posteriori, sarebbe un gran passo avanti. A meno che qualcuno un domani non trovi un sistema diverso che consenta di fare a meno dell'arbitro.
Qualcuno ci aveva anche pensato e stava provvedendo in tal senso, ma pare non fosse del tutto legale…