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Messaggio Da Ospite Dom 14 Apr 2013 - 16:05

Tempo fa, poco dopo l'esonero di Zeman, facevo, sul sito di Zeman, un paragone azzardato ponendo delle domande a cui non riuscivo a trovar risposta:
NON CI STO. C'E' CHI AFFERMA CHE IL PASSATO E' PASSATO, CHE BISOGNA GUARDARE AVANTI PER IL BENE DELLA ROMA. NO MIEI CARI, E' PROPRIO PER IL BENE DI QUESTA SQUADRA, DI QUESTO SPORT, PER DARE UN SEGNALE AD UNA SOCIETA' SEMPRE PIU' INGIUSTA, FALSA ED IPOCRITA, CHE IO VOGLIO PORTARE AVANTI QUESTA POLEMICA. L'ESONERO DI ZEMAN SUPERA I CONFINI DEL RETTANGOLO DA GIOCO.
VOGLIO DARE ALLA VICENDA ZEMAN UN TONO QUASI ROMANTICO, DALLE TINTE FORTI. SIA CHIARO, IN QUESTO MIO DELIRIO NON CI SONO INTENTI DI PROPAGANDA POLITICA E SONO BEN CONSAPEVOLE DELL'ESAGERATO E FORZATO ACCOSTAMENTO. PERO' A ME L'ULTIMO ANNO DI ZEMAN, FA TANTO PENSARE ALL'ESPERIENZA DI UN CELEBRE PERSONAGGIO DELLA STORIA DELL'EX CECOSLOVACCHIA, ALEXANDER DUBCEK. PERSONA SCHIETTA ED ONESTA, PORTATORE DI IDEE NUOVE, ANCH'EGLI HA DOVUTO SUBIRE LA BRUSCA INTERRUZIONE DEL PROPRIO OPERATO. L'ALLONTANAMENTO DI ENTRAMBI HA DECRETATO L'AVVIO DELLA "NORMALIZZAZIONE", TERMINE TORNATO IN VOGA IN QUESTI GIORNI E CHE A PRAGA HA INDICATO LA FINE DEL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE DEL PARTITO COMUNISTA. E A ROMA? PER IL MOMENTO HA SEGNATO LA VERGOGNOSA VITTORIA DI GIOCATORI VIZIATI E STRAPAGATI CHE, SARA' L'ARIA DEL CARNEVALE, ANCORA DEFINIAMO PROFESSIONISTI, ED HA ALTRESI' CONFERMATO L'INCOERENZA E L'INCAPACITA' DI QUESTA DIRIGENZA, PREMESSE TUTT'ALTRO CHE BUONE, PREOCCUPANTI DIREI.
PRIMA DI DUBCEK IL PARTITO ERA CARATTERIZZATO DA DOGMATISMO ED IMMOBILISMO, LA ROMA DELLO SCORSO ANNO ERA QUANTO MAI STATICA, PROPENSA SOLO AD UN NOIOSISSIMO ED IMPRODUTTIVO "TICHITACA", ALTRO CHE BARCELLONA DOVE A SOSTENERE LA FASE DI POSSESSO C'E' UN CONTINUO MOVIMENTO DI GIOCATORI SENZA PALLA.
ACCENTUO IL PARALLELISMO RENDENDOLO CONTEMPORANEO. LA GENTE E' STANCA SIA A PRAGA CHE A ROMA. SE IN BOEMIA INIZIANO A FAR PRESSIONE GLI STUDENTI E GLI INTELLETTUALI, QUI DA NOI CI PENASANO I TIFOSI. IN CECOSLOVACCHIA SONO TEMI SCOTTANTI L'EFFICIENZA DEL GOVERNO, LA REDISTRIBUZIONE DEGLI INCARICHI NEL PARTITO, LA DISTANZA TRA QUEST'ULTIMO E LE ISTANZE DELLA POPOLAZIONE, MA SOPRATTUTTO PREOCCUPA UNA PESANTE SITUAZIONE ECONOMICA. QUESTO MIX FAVORISCE L'AFFERMAZIONE ALL'INTERNO DEL PARTITO DI UOMINI NUOVI CAPITANATI DAL SEMI SCONOSCIUTO DUBCEK. ANCHE A ROMA LA DIRIGENZA PRESENTA LE PRIME CREPE, TRA L'ALTRO NON SI RIESCE A CAPIRE CHI EFFETTIVAMENTE DETIENE IL POTERE: GLI AMERICANI? NONNA PAPERA? UNICREDIT? IL VATICANO? BALDINI, BALDISSONI E SABATINI? FATTO STA CHE LA CAMPAGNA ABBONAMENTI PER LA PROSSIMA STAGIONE E' DIETRO L'ANGOLO: DUE PIU' DUE FA QUATTRO ED ECCO ZEMAN, PERSONAGGIO CONOSCIUTO, AMATO ED ACCLAMATO A GRAN VOCE DALLA PIAZZA.
IL NUOVO CORSO PUO' ESSERE AVVIATO TANTO DA DUBCEK CHE DA ZEMAN, PERSONAGGI DA CUI TRASPARE UNA CERTA PUREZZA, ENTRAMBI SENSIBILI ALLE ESIGENZE DEL POPOLO. A PRAGA SI CHIEDE MAGGIOR LIBERTA' E PIU' POSSIBILTA' DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLA GESTIONE DEL PAESE, A ROMA SI ASPIRA AD UN AVVIO CONCRETO DEL TANTO DECANTATO PROGETTO DI MEDIO/LUNGO TERMINE CHE PUNTA AD UNA CRESCITA PROSPETTIVA, ALLA VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI E AD UN CALCIO CREATIVO E SPETTACOLARE.
MA IL COMPITO E' TUTT'ALTRO CHE FACILE. DUBCEK E' SOTTOPOSTO AL VIGILE CONTROLLO DI MOSCA E A QUELLO DEGLI ALTRI PAESI SATELLITI, ZEMAN DEVE FARE I CONTI CON TUTTI COLORO CHE SI E' INIMICATO NEL CORSO DEGLI ANNI: PREPOTENTI, ALCHIMISTI, GIULLARI DI CORTE E CATENACCIARI CONVINTI. SENZA POI DIMENTICARE I NEMICI INTERNI: I REAZIONARI DEL PARTITO A PRAGA, UNA DIRIGENZA NON TROPPO CONVINTA E GIOCATORI VIZIATI A ROMA. IN SITUAZIONI DEL GENERE CHI SVOLGE UN RUOLO CHIAVE NELL'ALTERARE L'EVOLUZIONE DELLE COSE IN UN SENSO O NELL'ALTRO? I MEDIA. E SE DUBCEK, PUR AVENDO CONTRO LA STAMPA SOVIETICA E DEI PAESI STELLITI, PUO' ALMENO CONTARE SULLE PRINCIPALI TESTATE GIORNALISTICHE, SULLA RADIO E SULLA TELEVISIONE LOCALI, ZEMAN DEVE PERFINO FRONTEGGIARE GIORNALISTI, OPINIONISTI, EX-GIOCATORI ED ALTRI "GRANDI ESPERTI DEL SETTORE" ROMANISTI O PSEUDO-ROMANISTI, SALVO ALCUNE ECCEZIONI. PERCHE'?
PER CERT VERSI E' PIU' DIFFICILE SPIEGARE LA VICENDA DI ZEMAN CHE LA PRIMAVERA DI PRAGA.
L'EPILOGO LO CONOSCIAMO: CARRI ARMATI A PRAGA, ESONERO A ROMA.
CONTINUO A STUPIRMI DEL FATTO CHE ZEMAN ABBIA DOVUTO SUBIRE UN ATTACCO CONTINUO E TRASVERSALE FIN DALL'INIZIO SENZA ESSER MINIMAMENTE DIFESO DALLA PROPRIA DIRIGENZA, CON UNA STAMPA ACCANITA CHE HA DATO ESTREMA ENFASI AD ALCUNE SUE DICHIARAZIONI (SEMPLICEMENTE RISPOSTE A DETERMINATE DOMANDE), TRA L'ALTRO, PER ME, ASSOLUTAMENTE NORMALI, LOGICHE, DA ALLENATORE, MENTRE HA TRASCURATO GLI INSULTI DI PJANIC, LA COMBINAZIONE CHIMICA DELLA SALIVA DI MARQUINHO, LE ODIOSE PAROLE DI DE ROSSI E STEKELENBURG, ASSOLUTAMENTE INGIUSTIFICABILI SOPRATTUTTO SE RELAZIONATE AL LORO RENDIMENTO SUL CAMPO, NONCHE' LA GENERALE MANCANZA DI PROFESSIONALITA' DI DIVERSI GIOCATORI. E SE HA CITATO TUTTO QUESTO SCHIFO LO HA FATTO PER GETTARE FANGO SUL NOSTRO GRANDE MISTER. VERGOGNA!
NUTRO PROFONDA AMMIRAZIONE PER DUBCEK PER AVER TENTATO DI FAVORIRE L'AFFERMAZIONE DI UNA SOCIETA' ALTERNATIVA, SUSCITANDO TIMORI E PERPLESSITA' SIA AD EST CHE AD OVEST, COSI' COME STIMO ZEMAN PER IL SUO MODO DI INTENDERE IL CALCIO, IL SUO NON PIEGARSI A SPORCHI "USI E COSTUMI", IL CHE GLI GENERA TANTI NEMICI.
ENTRAMBI HANNO COMBATTUTO PER UN IDEALE, ENTRAMBI SONO STATI TRADITI DA COLORO CHE, ALMENO SULLA CARTA, AVREBBERO DOVUTO DIFENDERE QUEGLI STESSI IDEALI.
IO CONTINUERO' A PROTESTARE ED A PRETENDERE IL SUO REINTEGRO. NON SONO IL SOLO.

UN BOEMO GIALLOROSSO

Un altro frequentatore del sito forniva un'interessante analisi:

Mi piace il parallelo politico, quasi ad inserire un argomento, che c'è ed è molto forte, ma passa solitamente sottogamba, e cioè che ZEMAN o quantomeno il suo modo di indendere il calcio si scontra contro l'interesse che c'è nel calcio. Per spiegarmi meglio, se gestire una squadra di calcio di serie A significa far girare milioni di euro, non per costruire la squadra, ma per creare i falsi bilanci dove il surplus diventa denaro nero che deve andare da altre parti. Le spese più alte sono, più la società va in rosso, quindi non è una azienda che deve guadagnare ma una sorta di convertitore di denaro, che non è importante se vince o perde. Fare una squadra competitiva che lotta ad alti livelli con pochi soldi, deve necessariamente essere una logica che va distrutta perchè distrugge l'interesse primario, io credo che il motivo per cui Zeman non riesce a rimanere anche se ha dimostrato la propria competenza è proprioT questo.

Adesso si aggiunge quest'articolo:

“Chi non sa mentire, crede che tutti dicano il vero"

di Enzo Follieri

La Roma S.p.A. dell'accoppiata Americani-Unicredit, é un incidente di percorso in tutti i "Sensi".

L'incidente nasce dall'ultimo scudetto con i 400 miliardi spesi per ottenerlo, che ha depauperato le casse societarie al punto da coinvolgere obtorto collo l'Unicredit nella gestione della società, fino all’attuale assetto societario.



Non si sa di preciso quali affari facciano questi Americani negli States e sarebbe opportuno capirlo, però lo sapevano quelli di Unicredit che finanziavano questi affari. Quali? Non é dato sapere. Anche la Consob che all'epoca chiese spiegazioni é stata tranquillizzata. Potenza del Dio danaro.

Sta di fatto che l'Unicredit aveva bisogno di liberarsi del 60% delle quote ed ha presentato il conto a questi sconosciuti statunitensi di origini Italiana, i quali hanno subito accettato in cambio di un grosso finanziamento per un affare intorno all'area di New York. Di Benedetto, Pallotta, Zanzi, una società Americana con solo nomi italiani non è sempre foriero di belli affari. Insomma per intenderci gli Americani sono dei semplici prestanome con i soldi propri, misteri della finanzia mondiale, mentre a comandare pare non ci sia nessuno. La società e la squadra navigano a vista.

L'Unicredit non sa cosa farsene dell’As Roma , le banche fanno affari ed una società di calcio non é mai un affare. Il vero affare sarebbe il nuovo stadio con annessa una speculazione epocale ancora non definita, che conterrebbe palazzine extralusso, centri commerciali, con una colata di cemento devastante in piena zona archeologica. Ma questa è materia di Palazzinari l'un contro l'altro armati e tutti contro Pallotta e l'Unicredit . Ma è anche un problema del nuovo Sindaco, delle associazioni ambientaliste e della popolazione che hanno il diritto di dire la loro. Insomma uno Stadio dei sogni, da affari da sogno, per chi ottiene l'appalto.

Chi si apprestasse ad esaminare la politica territoriale del nostro territorio, sulla base dei soli dati quantitativi, non pensando che l’Italia è la patria dei Caltagirone, dei Ligresti, dei Matarrese, dei palazzinari romani, non potrebbe che concludere di essere di fronte ad un paese di folli. L’uso del territorio appare improntato alla sistematica distruzione dello stesso ed al continuo sperpero di risorse economiche. L’Italia è il primo paese produttore e consumatore europeo di cemento (detentore del record del numero di frane per chilometro quadrato ) e il paese più costruito in assoluto. Mentre ci vogliono ancora sette ore per andare in treno da Messina ad Agrigento si spendono miliardi di euro per accorciare di mezz’ora il tragitto Milano-Roma. E si potrebbe continuare con la distruzione delle risorse turistiche e con la follia del ponte sullo stretto.

Inutile ricercare a Roma come in altre realtà un filo di razionalità che possa riportare ad interessi collettivi. Per capire il perché di queste scelte, è necessario affondare il badile nel letame del sistema di potere locale e nazionale, leggere negli interessi non solo speculativi, ma anche imprenditoriali e/o calcistici, degli “amici del cemento” e degli “amici degli amici”, indagare nei rapporti economici e politici fra questi e le élites dei poteri locali.

Il territorio è stato in sostanza, uno degli strumenti fondamentali di autofinanziamento, di potere e di consenso delle giunte comunali, di tutti i colori, che hanno governato, non solo nell’interesse di qualcuno, ma contro l’interesse di tutti.

In tutto questa storia "Il progetto As Roma" é un bidone, dietro al quale ci sono altri interessi e dentro al quale prima ci è finito Luis Enrique e poi Zdenek Zeman.

Baldini è un dirigente navigato, sa che non c'é nessun progetto, che c'è una rosa da smaltire, Borriello , Pizarro ed un monte ingaggi da abbassare dai 20 ai 30 milioni. La vera politica è il contenimento dei costi, da mascherare con un fantomatico progetto. Ma Montella e Villas-Boas non cascano nel tranello, quando capiscono che la Roma deve vendere Pizarro e Borriello ed affidarsi ad un paio di jolly da pescare in sud America dal sodale di Baldini, al secolo Sabatini, intuiscono la politica del contenimento dei costi e degli ingaggi, ringraziano educatamente, declinano e tolgono il disturbo. Loro non sono abituati a rischiare con i giovani, senza una società alle spalle.

Caduti i due principali candidati, al buon Baldini non resta che bidonare Zeman, sfruttando il consenso della piazza ed intanto porta a casa 25 mila abbonamenti. Il progetto-giovani non esiste, la Roma non ha una difesa e Sau, Verratti, Capuano, giocatori che potrebbero fare al caso di Zeman, non vengono acquistati. Sabatini in conferenza stampa informa che i giocatori li sceglie lui, pur tenendo in considerazioni le caratteristiche che il Mister chiede. Intanto la Roma in maniera scellerata perde Florenzi col Crotone, che solo l'insistenza di Zeman e l'esborso di 1,5 milioni riportano il giocatore nella capitale. Un patrimonio che la Roma senza Zeman avrebbe perso. Zeman per la difesa chiedeva Ogbonna, gli hanno preso Castan e Marquinhos, che nessun altro allenatore avrebbe voluto. Sul terzino destro si é puntato al risparmio, per non parlare di un portiere e del problema De Rossi.

De Rossi da alcuni anni é il problema della Roma, problema che il buon Spalletti ribadisce dalla Russia, ma il coraggio non c'é, De Rossi dopo i primi timidi tentativi della società di piazzarlo all'estero, indice una conferenza stampa, esprimendosi come se nello spogliatoio il padrone fosse lui, e dall'alto degli oltre 10 milioni di ingaggio lordi annuali informa che non intende lasciare la capitale.

Il resto é cronaca, il Maestro compie il miracolo lanciando il diciottenne Marcos, ma deve faticare non poco per portare Piris a buoni livelli, subendo sconfitte per gli errori individuali ora di Stekelenburg ora di Burdisso, con un malcontento gestito da De Rossi che sale sempre piú ogni giorno che passa, con un Osvaldo che, seppur rimesso a nuovo, salta sempre gli allenamenti piú pesanti del martedi. Manca un regolamento comportamentale, il Maestro é finito nella trappola del duo Totò e Peppino.

Baldini ha tirato il bidone ad un uomo già pesantemente colpito dal sistema, illudendolo per poi lasciarlo solo alla mercé di tutti. Solo nella Roma, in questa Rometta, i giocatori sputano più volte davanti all’allenatore e gli bestemmiano la Madre. Nella Juve un atteggiamento simile sarebbe stato punito, corporalmente. Zeman di fronte a tanto disordine mentale e di costumi ha chiesto solo delle regole, in una società allo sbando da anni. Lo hanno cacciato senza spiegazioni con un sms, in pieno stile Moggiano, lasciando agli ammutinati il comando della nave.

Il Maestro credeva di essere al centro di un progetto, invece era al centro di un bidone, di un tranello; è finito suo malgrado in una delle più classiche storie Kafkiane, "Chi non sa mentire, crede che tutti dicano il vero" (Kafka).

Zeman non ha mentito quando per amore della Roma ha lasciato una piazza come Pescara e non pensava che Baldini e la Roma gli mentissero attirandolo in un trappolone. Pensava che Baldini gli dicesse il vero.

Se fosse stato un progetto serio la Roma non avrebbe chiesto timidamente Verratti, ma lo avrebbe acquistato, così come Sau, chiesto timidamente solo l'ultimo giorno di mercato. Avrebbero dato via De Rossi in estate anche con pochi soldi risparmiando non poco; avrebbero consegnato al Mister un terzino destro di livello ed un portiere di livello. Non avrebbero permesso a nessun giocatore di lamentarsi se non utilizzati. Le rose di oltre 22 giocatori non consentono l'impiego di tutti, in quanto tutti sanno che si gioca in undici e con i cambi in quattordici. Tutti, tranne i giocatori della Roma, i giornalisti della capitale e gli "asini che ragliano " per dirla alla Liguori. E se ci fosse stato un progetto non si sarebbe esonerato il Mister perché a gennaio ha perso due partite, mentre la Roma battendo la Fiorentina in trasferta si è qualificata alla semifinale di Coppa Italia vincendo la prima partita contro l'Inter. E non é stato difeso quando palesemente la Roma ha subìto frequenti e ripetuti errori arbitrali.

E le partite contro Milan e Fiorentina in campionato, contro l'Inter a Milano e i soli 3 punti di distacco dalla seconda a Natale, rappresentavano un capitale sul quale dover continuare ad investire; dentro quel gioco con un attacco sfolgorante c'erano gli embrioni di un progetto che Zeman stava plasmando nonostante il bidone. Il progetto lo stava costruendo il Maestro con il lancio di Marcos e Florenzi, la trasformazione di Lamela da semplice giocatore a fuoriclasse, il ringiovanimento di Totti. Non sono mancati i risultati, é mancata la società e la disciplina, c'é stata l'invidia di vecchi senatori verso i vari Marcos, Tachtsidis, Bradley, Florenzi, Piris, Goigoichea, mentre fra il reiterato disinteresse del duo Baldini-Sabatini, lo spogliatoio diventava una polveriera. Striscioni che apparivano a comando in curva sud, una guerra totale, con le penne della capitale e di una nota tv a pagamento, armate dai soliti noti.

Se di progetto si fosse trattato, non si sarebbe interrotta la preparazione estiva, per andare negli States, così come nella pausa invernale quando era necessario un richiamo atletico in vista della ripresa del campionato. Dunque il Merchandising é più importante dell'andamento della squadra, perché le finalità non sono le vittorie ma le speculazioni edilizie.

L'AS Roma attuale é un incidente di percorso che affonda le radici nel passato e incrocia ancora il Boemo nel suo destino. Nel 1998 se il Boemo fosse rimasto in quel progetto, forse oggi ci sarebbe ancora un Presidente, una persona che abbia nel cuore le sorti della Roma e la stessa Roma non avrebbe rischiato il fallimento dopo aver prosciugato le casse dei "Sensi". Perché lo spartiacque che ha portato il calcio Italiano prima a calciopoli poi a scommessopoli, ancorché non estraneo al doping, passa da quegli anni, quelli che hanno determinato l'esilio del Maestro e che hanno certificato il malaffare al potere.

E da come la stampa ha accolto la nuova avventura del Maestro con la Roma, attaccandolo anche quando vinceva, si evince che niente è cambiato, tanto da far scrivere a Liguori che molti giornalisti sono vedove di Moggi e delle cravatte di Marinella che puntualmente l'ex DS juventino regalava loro. E che niente sia cambiato lo testimonia il fatto che Moratti accusi pubblicamente gli arbitri di malafede ed il "sistema" di pilotare le partite ed i campionati.

Zeman è stato ingannato perché non sa mentire e si é trovato kafkianamente "sempre e comunque nelle mani di forze imperscrutabili e beffarde, imprevedibili ed ingannevoli", dove "l'inganno sarebbe l'unico principio ordinatore, che l'uomo possa conoscere".

Ma passerà anche questa, non si é mai troppo vecchi per riprovarci ancora.

E Kafka forse involontariamente trovò proprio nel concetto di bellezza l'antidoto all'inganno e all'invecchiamento ed è per questo che il Maestro é ancora giovane e può riprovarci, seppur vittima dell'inganno, Lui che nel calcio esalta sempre la bellezza.

"Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza, non diventerà mai vecchio" (Franz Kafka).

Come non diventerà mai vecchio e superato il calcio di Zdenek Zeman.


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Messaggio Da Andrew86 Dom 14 Apr 2013 - 16:15

mi sono interrotto a "di zeman"
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Messaggio Da Polly Dom 14 Apr 2013 - 17:00

Comunque l'articolo era stato già postato. Così, per dovere di cronaca. Ciao.

______________________________________________________
"Oggi lo sai che i tempi cupi non finiscono mai. Ma sai pure che pe campacce mejo dentro, c'è bisogno de esse lupi. E allora meno male che te ce sei svejato lupo. Allora meno male che stasera, comunque vada, avrai voja de ululà" (KC1927) C'è solo l'A.S.Roma


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Messaggio Da Polly Dom 14 Apr 2013 - 17:02

Andrew86 ha scritto:mi sono interrotto a "di zeman"

Temo che non se n'esca...a meno di non leggere più niente su 'sto forum alla voce "Tutto sulla Maggica". Che potrebbe essere pure una valida alternativa, a pensarci bene

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"Oggi lo sai che i tempi cupi non finiscono mai. Ma sai pure che pe campacce mejo dentro, c'è bisogno de esse lupi. E allora meno male che te ce sei svejato lupo. Allora meno male che stasera, comunque vada, avrai voja de ululà" (KC1927) C'è solo l'A.S.Roma


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