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Fabrizio De Andrè...
per molti è il più grande cantautore della musica italiana....
io ancora non lo conosco bene, mi direste quali sono (per voi) le sue canzoni più belle (o quelle che vi piacciono di più)??? grazie mille
io ancora non lo conosco bene, mi direste quali sono (per voi) le sue canzoni più belle (o quelle che vi piacciono di più)??? grazie mille
Paolo89- Utente fedele
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Re: Fabrizio De Andrè...
A me piace solo "Bocca di rosa" per il resto non mi dice niente la sua musica.
trecci- Gold Member
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Re: Fabrizio De Andrè...
ma infatti vorrei capire perchè è ritenuto così fenomenale da tutta la critica...
Paolo89- Utente fedele
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Re: Fabrizio De Andrè...
Te lo racconto con una delle sue piu' belle canzoni, IL TESTAMENTO DI TITO. Analizza bene ogni frase e capirai chi era De Andrè. Uno che lottava contro l'ipocrisia e non solo.
Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
P.S. Se vuoi discutiamo insieme il testo.
Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
P.S. Se vuoi discutiamo insieme il testo.
Ultima modifica di horizon77 il Mar 29 Giu 2010 - 15:39 - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: Fabrizio De Andrè...
horizon77 ha scritto:
Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
testo molto interessante....
dietro a questa "critica" dei dieci comandamenti credo si nasconda una profonda religiosità dell'artista...
da quel che ho capito de andrè vuole andare oltre al mero dogma ed arrivare all'essenza del concetto...
questa canzone/poesia è uno schiaffo a tutto ciò che c'è di "bigotto" nella religione cattolico-cristiana...
molto bella davvero...
Paolo89- Utente fedele
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Re: Fabrizio De Andrè...
horizon77 ha scritto:Te lo racconto con una delle sue piu' belle canzoni, IL TESTAMENTO DI TITO. Analizza bene ogni frase e capirai chi era De Andrè. Uno che lottava contro l'ipocrisia e non solo.
Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
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io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
P.S. Se vuoi discutiamo insieme il testo.
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Re: Fabrizio De Andrè...
La mia preferita è ANDREA
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Re: Fabrizio De Andrè...
se è un cialtrone De Andrè
i grandissimi artisti del giorno d'oggi allora che sono????
ERA BRAVO MA MOOOOLTO BRAVO
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Re: Fabrizio De Andrè...
Paolo89 ha scritto:
testo molto interessante....
dietro a questa "critica" dei dieci comandamenti credo si nasconda una profonda religiosità dell'artista...
da quel che ho capito de andrè vuole andare oltre al mero dogma ed arrivare all'essenza del concetto...
questa canzone/poesia è uno schiaffo a tutto ciò che c'è di "bigotto" nella religione cattolico-cristiana...
molto bella davvero...
Si, diciamo che il nocciolo della questione è questo, sebbene ci siano riferimenti anche all'ipocrisia di alcuni precetti della morale comune.
Intanto c'è da dire che Tito è il ladrone buono che affianca Gesu' sulla croce, quindi è lui il soggetto della canzone.
Analizziamo i comandamenti...
1) Non avrai altro Dio all' infuori di me.
De Andrè (che esprime il suo pensiero attraverso le parole di Tito) sottolinea come il primo comandamento stia alla base del fanatismo religioso, che molto spesso porta i fedeli a vedere le persone di altre religioni come peccatori dannati, e (soprattutto nella storia) come nemici da abbattere. Tito invece precisa che non è importante il culto religioso o come si chiama Dio, ma le azioni delle persone.
2) Non nominare il nome di Dio invano
Tito descrive come invocando Dio nel momento di maggiore necessità, Dio risulti quasi sempre assente, o "troppo lontano" o "troppo occupato". Invece, guarda caso, quando qualcosa ci va bene, lo si deve a un miracolo di Dio...
4) Onora il padre e la madre
Tito narra la sua esperienza familiare. E' giusto onorare un padre che picchia un bambino solo perchè piangeva per fame?
3) Ricordati di santificare le feste.
De Andrè sottolinea l'ipocrisia dei sacerdoti che nei templi narrano di schiavi pii e dei loro padroni, quando invece anche la struttura ecclesiastica è fondamentalmente gerarchica. (ND cosa direbbe De Andre' alla luce degli scandali legati ai preti pedofili di oggi??)
5) Non rubare
Questo è il "peccato" per cui Tito è stato condannato.
Ma a differenza di altri che rubavano in "nome di Dio", Tito rubava per necessità, per fame.
6) Non commettere atti impuri.
La religione impone di non disperdere il seme, ma di creare sempre una vita anche se questa poi verrà vissuta in totale dolore.
Tito invece preferisce "confondere il piacere e l'amore, ma di non creare dolore". (Secondo me qui De Andre' è attualissimo, si pensi per esempio all'inibizione dei mezzi contraccettivi nei paesi poveri da parte della Chiesa).
7) Non ammazzare.
Qui c'è tutta l'ipocrisia dei sacerdoti, che predicano di non uccidere, di non distruggere la vita, ma sono i primi a condannare a morte chiunque sia un peso. Un esempio è lo stesso Gesù che è stato crocifisso senza motivo. ( "Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno")
8 ) Non dire falsa testimonianza.
Ritorna l'ipocrisia clericale: a ciascuno di noi è precettato di non dire falsa testimonianza anche se la stessa puo causare l' uccisione di un uomo. (Anche qui torna d'attualità la pena di morte).
Ipocrisia nell'ipocrisia, i sacerdoti predicano sempre il perdono, ma sono i primi ad essere rigidi nela condanna.
9-10) Non desiderare la donna e la roba d'altri.
Comandamenti assolutamente imparziali.
E' ovvio che chi è povero desideri un piatto caldo che è in possesso di un uomo ricco, ma non il viceversa!
Altrettato ovvio vedere come Tito in punto di morte ha l'istinto (umano) di invidiare tutti per la loro vita.
La canzone termina con la morte del "ladrone buono".
Prima di morire Tito guarda Gesù in croce e prova un forte senso di pietà, che mai prima d'ora aveva provato, e vedendo che anche in punto di morte Gesù prova pietà per i suoi carnefici e non prova rancore, arriva a scoprire un nuovo sentimento, scopre l'Amore, che nessuno dei 10 comandamenti gli aveva finora insegnato...
Fabrizio.
Ospite- Ospite
Re: Fabrizio De Andrè...
De Andrè è l'unico che prima ancora che un cantautore è soprattutto un poeta.
Ma poeta vero, grande e profondamente impegnato.
Dopo di lui c'è Gaber.
Per quanto riguarda la musica di De Andrè è vero quel che dite.
Prende molto da temi popolari.
Per me gli interessava prima di tutto dire qualcosa e farlo con le parole giuste.
La musica gli interessava meno.
Ma poeta vero, grande e profondamente impegnato.
Dopo di lui c'è Gaber.
Per quanto riguarda la musica di De Andrè è vero quel che dite.
Prende molto da temi popolari.
Per me gli interessava prima di tutto dire qualcosa e farlo con le parole giuste.
La musica gli interessava meno.
Framusician- Admin
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Re: Fabrizio De Andrè...
Beh, comunque gli interessava anche quella, altrimenti sarebbe passato alla storia come un Beppe Grillo qualsiasi.
Ospite- Ospite
Re: Fabrizio De Andrè...
Paolo89 ha scritto:per molti è il più grande cantautore della musica italiana....
io ancora non lo conosco bene, mi direste quali sono (per voi) le sue canzoni più belle (o quelle che vi piacciono di più)??? grazie mille
Via del Campo... pennellate di Genova
Creuza de ma... profumo di Liguria
Khorakhanè... per scoprire il senso del viaggio: viaggiare
La guerra di Piero... la guerra vista da chi la fa
La canzone dell'amore perduto... a chi non è capitato di vivere la fine di un amore?
Bocca di rosa... storie di paesi, trama di una commedia all'italiana
Don Raffaè... guardie e ladri?
Buon studio!
animaletto- Utente appassionato
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Re: Fabrizio De Andrè...
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Carlo Martello ritorna dalla guerra di Poitiers... il berlusconi del medio evo!
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Re: Fabrizio De Andrè...
horizon77 ha scritto:Beh, comunque gli interessava anche quella, altrimenti sarebbe passato alla storia come un Beppe Grillo qualsiasi.
Certo, ma ho scritto mica che non gli interessava?
Solo, meno, non andava a cercare chissà quali soluzioni musicali, magari strampalate (come Battisti alla fine, "guastato" da Panella che lo fomentava...) era tutto semplicemente in funzione del testo, come è giustissimo che sia.
Alla fine lui invece si avvaleva degli arrangiamenti del figlio Cristiano, che evidentemente si era studiato il contrappunto rinascimentale... ricordo un concerto splendido.
Beppe Grillo la musica non sa manco dove sta di casa, manco se lo chiede alle talpe... e per la verità manco la poesia.
La sua espressività è circoscritta all'urlo strillato
Di de Andrè la mia preferita è forse La canzone dell'amore perduto... toccante.
Dico forse perchè quella dei comandamenti è grandiosa, quasi dantesca.
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Re: Fabrizio De Andrè...
grazie dei suggerimenti ed in particolare grazie horizon per l'accurata spiegazione del testo...
davvero un gran bel testo...
è molto bella anche la canzone "si chiamava gesù"....eccone uno stralcio:
Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.
davvero un gran bel testo...
è molto bella anche la canzone "si chiamava gesù"....eccone uno stralcio:
Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.
Paolo89- Utente fedele
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Re: Fabrizio De Andrè...
animaletto ha scritto:
Via del Campo... pennellate di Genova
Creuza de ma... profumo di Liguria
Khorakhanè... per scoprire il senso del viaggio: viaggiare
La guerra di Piero... la guerra vista da chi la fa
La canzone dell'amore perduto... a chi non è capitato di vivere la fine di un amore?
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Re: Fabrizio De Andrè...
horizon77 ha scritto:Paolo89 ha scritto:
testo molto interessante....
dietro a questa "critica" dei dieci comandamenti credo si nasconda una profonda religiosità dell'artista...
da quel che ho capito de andrè vuole andare oltre al mero dogma ed arrivare all'essenza del concetto...
questa canzone/poesia è uno schiaffo a tutto ciò che c'è di "bigotto" nella religione cattolico-cristiana...
molto bella davvero...
Si, diciamo che il nocciolo della questione è questo, sebbene ci siano riferimenti anche all'ipocrisia di alcuni precetti della morale comune.
Intanto c'è da dire che Tito è il ladrone buono che affianca Gesu' sulla croce, quindi è lui il soggetto della canzone.
Analizziamo i comandamenti...
1) Non avrai altro Dio all' infuori di me.
De Andrè (che esprime il suo pensiero attraverso le parole di Tito) sottolinea come il primo comandamento stia alla base del fanatismo religioso, che molto spesso porta i fedeli a vedere le persone di altre religioni come peccatori dannati, e (soprattutto nella storia) come nemici da abbattere. Tito invece precisa che non è importante il culto religioso o come si chiama Dio, ma le azioni delle persone.
2) Non nominare il nome di Dio invano
Tito descrive come invocando Dio nel momento di maggiore necessità, Dio risulti quasi sempre assente, o "troppo lontano" o "troppo occupato". Invece, guarda caso, quando qualcosa ci va bene, lo si deve a un miracolo di Dio...
4) Onora il padre e la madre
Tito narra la sua esperienza familiare. E' giusto onorare un padre che picchia un bambino solo perchè piangeva per fame?
3) Ricordati di santificare le feste.
De Andrè sottolinea l'ipocrisia dei sacerdoti che nei templi narrano di schiavi pii e dei loro padroni, quando invece anche la struttura ecclesiastica è fondamentalmente gerarchica. (ND cosa direbbe De Andre' alla luce degli scandali legati ai preti pedofili di oggi??)
5) Non rubare
Questo è il "peccato" per cui Tito è stato condannato.
Ma a differenza di altri che rubavano in "nome di Dio", Tito rubava per necessità, per fame.
6) Non commettere atti impuri.
La religione impone di non disperdere il seme, ma di creare sempre una vita anche se questa poi verrà vissuta in totale dolore.
Tito invece preferisce "confondere il piacere e l'amore, ma di non creare dolore". (Secondo me qui De Andre' è attualissimo, si pensi per esempio all'inibizione dei mezzi contraccettivi nei paesi poveri da parte della Chiesa).
7) Non ammazzare.
Qui c'è tutta l'ipocrisia dei sacerdoti, che predicano di non uccidere, di non distruggere la vita, ma sono i primi a condannare a morte chiunque sia un peso. Un esempio è lo stesso Gesù che è stato crocifisso senza motivo. ( "Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno")
8 ) Non dire falsa testimonianza.
Ritorna l'ipocrisia clericale: a ciascuno di noi è precettato di non dire falsa testimonianza anche se la stessa puo causare l' uccisione di un uomo. (Anche qui torna d'attualità la pena di morte).
Ipocrisia nell'ipocrisia, i sacerdoti predicano sempre il perdono, ma sono i primi ad essere rigidi nela condanna.
9-10) Non desiderare la donna e la roba d'altri.
Comandamenti assolutamente imparziali.
E' ovvio che chi è povero desideri un piatto caldo che è in possesso di un uomo ricco, ma non il viceversa!
Altrettato ovvio vedere come Tito in punto di morte ha l'istinto (umano) di invidiare tutti per la loro vita.
La canzone termina con la morte del "ladrone buono".
Prima di morire Tito guarda Gesù in croce e prova un forte senso di pietà, che mai prima d'ora aveva provato, e vedendo che anche in punto di morte Gesù prova pietà per i suoi carnefici e non prova rancore, arriva a scoprire un nuovo sentimento, scopre l'Amore, che nessuno dei 10 comandamenti gli aveva finora insegnato...
Fabrizio.
In realtà Tito è il ladrone che insulta Gesù, quello "buono" è Dimaco o Disma, vengono usati entrambi i nomi.
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Re: Fabrizio De Andrè...
animaletto ha scritto:Aggiungo, per far inca**are Trecci:
Carlo Martello ritorna dalla guerra di Poitiers... il berlusconi del medio evo!
Non ho capito perchè dovrei incazzarm.i, io non voto Berlusconi cmq benvenuto nel mondo di quelli che lo crede, continua pure tu a pensarlo.
trecci- Gold Member
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Località : Abbiategrasso (MI)
Zodiaco :
Re: Fabrizio De Andrè...
Tito è Disma.trecci ha scritto:
In realtà Tito è il ladrone che insulta Gesù, quello "buono" è Dimaco o Disma, vengono usati entrambi i nomi.
Ospite- Ospite
Re: Fabrizio De Andrè...
Poesia.quattrotretre ha scritto:La mia preferita è "Verranno a chiederti del nostro amore".
Ospite- Ospite
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