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L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Mi danno un ottimismo assurdo questi due. Ma dopo le parole voglio i fatti.
Ospite- Ospite
Il neo allenatore della Roma
Oh, ma Muzzi e' rimasto uguale!
Framusician- Admin
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
io tocco ferro perchè sospetto che (non di sicuro per meriti o demeriti suoi) il nostro risultato finale sarà grossomodo come l'anno scorso
non credo che ci saranno grossi miglioramenti
non credo che ci saranno grossi miglioramenti
Cerezo74- Gold member+
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Zodiaco :
Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Sono preoccupato dalla risposta n°3 di Andreazzoli.
Il sistema di gioco non conta nulla, schemi zero e 100% giocatori.
Anzi molto preoccupato......Io di questi giocatori mi fido poco, non tanto sul piano tecnico ma su quello caratteriale e atletico, questi non reggono 90 minuti e sono fragili psicologicamente.
Il sistema di gioco non conta nulla, schemi zero e 100% giocatori.
Anzi molto preoccupato......Io di questi giocatori mi fido poco, non tanto sul piano tecnico ma su quello caratteriale e atletico, questi non reggono 90 minuti e sono fragili psicologicamente.
GialloRosso81- Gold Member
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Forse vuole dire che non importa quale sia il sistema di gioco, mentre è importantissimo avere giocatori di qualità ed è sulle loro caratteristiche che si devono costruire schemi e tattiche (anche considerando gli avversari).
Non ha detto che non avrà schemi, ha risposto a una domanda.
Non ha detto che non avrà schemi, ha risposto a una domanda.
Framusician- Admin
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Andreazzoli
"Daniele De Rossi giocherà tutte le gare da qui alla fine, a patto di meritarselo. E lo stesso vale per Stekelenburg".
Bravo Andreazzoli, vedremo che allenatore e che uomo sei.
Bravo Andreazzoli, vedremo che allenatore e che uomo sei.
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Perché un topic nuovo? Esiste già quello dedicato al nuovo allenatore della Roma. Sposto.
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"Oggi lo sai che i tempi cupi non finiscono mai. Ma sai pure che pe campacce mejo dentro, c'è bisogno de esse lupi. E allora meno male che te ce sei svejato lupo. Allora meno male che stasera, comunque vada, avrai voja de ululà" (KC1927) C'è solo l'A.S.Roma
"...anch'io potrei andar via perchè c'è gente che non è in grado di reggere un dibattito qualsiasi. Per mia fortuna qualcuno c'è."
Polly- Admin
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
quattrotretre ha scritto:"Daniele De Rossi giocherà tutte le gare da qui alla fine, a patto di meritarselo. E lo stesso vale per Stekelenburg".
Bravo Andreazzoli, vedremo che allenatore e che uomo sei.
Sono molto curioso anch'io
Ospite- Ospite
Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
giova77 ha scritto:Mi danno un ottimismo assurdo questi due. Ma dopo le parole voglio i fatti.
Ed io voglio sentirlo SBRAITARE se e' il caso...
Forza Aurelione siamo TUTTI CON TE.
aleforzaroma- Gold Member
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Zodiaco :
Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
giova77 ha scritto:quattrotretre ha scritto:"Daniele De Rossi giocherà tutte le gare da qui alla fine, a patto di meritarselo. E lo stesso vale per Stekelenburg".
Bravo Andreazzoli, vedremo che allenatore e che uomo sei.
Sono molto curioso anch'io
tutti si devono sentire in prova, derossi in primis... Se giochera' bene ok, altrimenti panca e non rompa i c******i come stek!
aleforzaroma- Gold Member
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Numero di messaggi : 17625
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Località : Provincia di Torino
Zodiaco :
Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
forse sapremo chi aveva ragione,lui o zeman
andrea- Utente da incorniciare
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Taddei titolare
Cerezo74- Gold member+
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Zodiaco :
Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Per chi ha voglia di perderci 5 minuti...
Focus su Andreazzoli: la sua tesi al Master di Coverciano
25.02.2013
Ventotto pagine per spiegare “la difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva”. Un vero e proprio vademecum su come comportarsi in occasione dei calci da fermo, a firma Aurelio Andreazzoli. È la tesi del tecnico giallorosso di fine studio del Corso Master 1998-99 per l’abilitazione ad allenatore professionista di Prima Categoria, pubblicata nel 2000 dal Notiziario del Settore Tecnico della FIGC. Uno studio minuzioso, partendo dalla dimostrazione iniziale di esempi tratti da alcune partite dei mondiali dal '74 al '98.
DIFENDERSI A ZONA Sfogliando le pagine, tra grafici di schemi e dimostrazioni, si scopre l'idea di Andreazzoli sui calci piazzati: difendere a zona. Vediamo perché: “Una palla inattiva – si legge – ha due possibilità per entrare in rete dopo essere stata calciata: la prima direttamente senza che nessuno possa intervenire o abbia la possibilità di farlo, la seconda dopo che, durante la sua traiettoria, qualcuno le imponga una deviazione. Ma in ogni caso il pallone (che è uno solo) nella traiettoria che disegnerà dal suo punto di partenza rispetto alla porta dovrà attraversare uno spazio. Tutto questo indipendentemente dal numero e dal comportamento degli avversari che non sono da sottovalutare, ma che non sono da porre neppure come primo problema da risolvere”. Ma, parole sue, non è facile trasmettere questi concetti a una rosa di calciatori. Bisogna convincerli ad abbandonare la più semplice e meno complicata marcatura a uomo: “Per cercare di ottenere consenso – spiega il mister – occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire. È alla lavagna, in ambiente favorevole alla concentrazione, che si comincia ad evidenziare i principi verso i quali l’allenatore orienta le scelte, motivandoli, criticando gli aspetti negativi che li rendono inefficaci, puntualizzando quelli che li esaltano e, infine, chiedendo fiducia e tempo. Fiducia che si basa sulle esperienze vissute e tempo per verificare che i risultati derivanti dalle metodiche di allenamento prima e dalle gare poi dimostrino la loro bontà”.
11 UOMINI Per far sì che si corrano meno rischi è opportuno avere quanti più giocatori coinvolti nella fase di difesa: “Dal momento che parlo di spazi e di traiettorie, viene naturale pensare che, per meglio occuparli e meglio intercettare la palla, ci sia bisogno del maggior numero possibile di uomini. (…) Una delle obiezioni potrebbe essere che questa partecipazione totale risulti un invito per gli avversari che faranno così partecipare un maggior numero di giocatori alla ricerca della palla traendone vantaggio. Io penso invece che questa ulteriore partecipazione possa risultare sfavorevole a chi esegue la battuta perché lo porrebbe nella condizione di aggravare il proprio già precario equilibrio difensivo se, successivamente alla perdita del possesso, dovesse subire un attacco a spazi necessariamente mal presidiati”. Agire di squadra, inoltre, aiuta anche il singolo elemento: “Saper di avere una risposta a tutte le situazioni che si possono verificare – ancora Andreazzoli – di avere la certezza che anche carenze individuali possono rendere alla causa comune se ben utilizzate, che agire come unico blocco aumenta le possibilità di successo, portano come risultato alla riduzione di quegli stati d’animo negativi che penalizzano l’autostima e la concentrazione necessarie a svolgere bene i compiti assegnati”.
PRINCIPI Quattro regole guida da seguire sempre e tenere a mente: “Uno: tutti, partendo dalla propria posizione, si concentrano sulla ricerca della palla con movimento in avanti e in diagonale, senza indietreggiare ad esclusione (...). Due: ci si muove dopo che la palla è partita. Rispetto delle posizioni di partenza e dei compiti assegnati. Tre: occorre evitare l’anticipo che risulta il “pericolo numero uno”, con un attento lavoro sui tempi di gioco. Quattro: mai si è fuori dal gioco e dai compiti assegnati fin quando il possesso non è riconquistato oppure la palla non è allontanata”.
CONCLUSIONI Al termine del documento, dopo aver dimostrato alcune esercitazioni utili su corner, punizioni e rigori, Andreazzoli – per suffragare la sua tesi – cita la sua esperienza di tecnico, riportando il numero di partite disputate e i gol subiti nelle situazioni di gioco da fermo: “347 gare giocate, 8 reti incassate”. Numeri alla mano, la cura Aurelio funziona.
Tiziano Riccardi
25.02.2013
Ventotto pagine per spiegare “la difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva”. Un vero e proprio vademecum su come comportarsi in occasione dei calci da fermo, a firma Aurelio Andreazzoli. È la tesi del tecnico giallorosso di fine studio del Corso Master 1998-99 per l’abilitazione ad allenatore professionista di Prima Categoria, pubblicata nel 2000 dal Notiziario del Settore Tecnico della FIGC. Uno studio minuzioso, partendo dalla dimostrazione iniziale di esempi tratti da alcune partite dei mondiali dal '74 al '98.
DIFENDERSI A ZONA Sfogliando le pagine, tra grafici di schemi e dimostrazioni, si scopre l'idea di Andreazzoli sui calci piazzati: difendere a zona. Vediamo perché: “Una palla inattiva – si legge – ha due possibilità per entrare in rete dopo essere stata calciata: la prima direttamente senza che nessuno possa intervenire o abbia la possibilità di farlo, la seconda dopo che, durante la sua traiettoria, qualcuno le imponga una deviazione. Ma in ogni caso il pallone (che è uno solo) nella traiettoria che disegnerà dal suo punto di partenza rispetto alla porta dovrà attraversare uno spazio. Tutto questo indipendentemente dal numero e dal comportamento degli avversari che non sono da sottovalutare, ma che non sono da porre neppure come primo problema da risolvere”. Ma, parole sue, non è facile trasmettere questi concetti a una rosa di calciatori. Bisogna convincerli ad abbandonare la più semplice e meno complicata marcatura a uomo: “Per cercare di ottenere consenso – spiega il mister – occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire. È alla lavagna, in ambiente favorevole alla concentrazione, che si comincia ad evidenziare i principi verso i quali l’allenatore orienta le scelte, motivandoli, criticando gli aspetti negativi che li rendono inefficaci, puntualizzando quelli che li esaltano e, infine, chiedendo fiducia e tempo. Fiducia che si basa sulle esperienze vissute e tempo per verificare che i risultati derivanti dalle metodiche di allenamento prima e dalle gare poi dimostrino la loro bontà”.
11 UOMINI Per far sì che si corrano meno rischi è opportuno avere quanti più giocatori coinvolti nella fase di difesa: “Dal momento che parlo di spazi e di traiettorie, viene naturale pensare che, per meglio occuparli e meglio intercettare la palla, ci sia bisogno del maggior numero possibile di uomini. (…) Una delle obiezioni potrebbe essere che questa partecipazione totale risulti un invito per gli avversari che faranno così partecipare un maggior numero di giocatori alla ricerca della palla traendone vantaggio. Io penso invece che questa ulteriore partecipazione possa risultare sfavorevole a chi esegue la battuta perché lo porrebbe nella condizione di aggravare il proprio già precario equilibrio difensivo se, successivamente alla perdita del possesso, dovesse subire un attacco a spazi necessariamente mal presidiati”. Agire di squadra, inoltre, aiuta anche il singolo elemento: “Saper di avere una risposta a tutte le situazioni che si possono verificare – ancora Andreazzoli – di avere la certezza che anche carenze individuali possono rendere alla causa comune se ben utilizzate, che agire come unico blocco aumenta le possibilità di successo, portano come risultato alla riduzione di quegli stati d’animo negativi che penalizzano l’autostima e la concentrazione necessarie a svolgere bene i compiti assegnati”.
PRINCIPI Quattro regole guida da seguire sempre e tenere a mente: “Uno: tutti, partendo dalla propria posizione, si concentrano sulla ricerca della palla con movimento in avanti e in diagonale, senza indietreggiare ad esclusione (...). Due: ci si muove dopo che la palla è partita. Rispetto delle posizioni di partenza e dei compiti assegnati. Tre: occorre evitare l’anticipo che risulta il “pericolo numero uno”, con un attento lavoro sui tempi di gioco. Quattro: mai si è fuori dal gioco e dai compiti assegnati fin quando il possesso non è riconquistato oppure la palla non è allontanata”.
CONCLUSIONI Al termine del documento, dopo aver dimostrato alcune esercitazioni utili su corner, punizioni e rigori, Andreazzoli – per suffragare la sua tesi – cita la sua esperienza di tecnico, riportando il numero di partite disputate e i gol subiti nelle situazioni di gioco da fermo: “347 gare giocate, 8 reti incassate”. Numeri alla mano, la cura Aurelio funziona.
Tiziano Riccardi
Ultima modifica di Polly il Lun 25 Feb 2013 - 22:47 - modificato 1 volta.
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"Oggi lo sai che i tempi cupi non finiscono mai. Ma sai pure che pe campacce mejo dentro, c'è bisogno de esse lupi. E allora meno male che te ce sei svejato lupo. Allora meno male che stasera, comunque vada, avrai voja de ululà" (KC1927) C'è solo l'A.S.Roma
"...anch'io potrei andar via perchè c'è gente che non è in grado di reggere un dibattito qualsiasi. Per mia fortuna qualcuno c'è."
Polly- Admin
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Re: L'allenatore della Roma: AURELIO ANDREAZZOLI
Interessante!
Possibile che nessuno abbia commentato?
In pratica che significa, che quando c'è un calcio piazzato degli avversari non bisogna marcare ad uomo ma stare li nei pressi in quanti più giocatori possibile per cercare di intercettare la traiettoria della palla?
Possibile che nessuno abbia commentato?
In pratica che significa, che quando c'è un calcio piazzato degli avversari non bisogna marcare ad uomo ma stare li nei pressi in quanti più giocatori possibile per cercare di intercettare la traiettoria della palla?
Framusician- Admin
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