debito italpetroli sale a 500 milioni...

Da Paolo89 Ven 18 Set 2009 - 15:39

(Milano Finanza) - La Compagnia Italpetroli è esposta per 403 mln soltanto nei confronti di unicredit e mps. La holding ha chiuso il 2008 in rosso di 32 milioni. Ma il piano di dismissioni va a rilento. Intanto il cda si aumenta i compensi E gli Angelini non chiudono il dossier per comprare As Roma. L'indebitamento complessivo di Italpetroli, la holding della famiglia Sensi, è salito oltre quota mezzo miliardo di euro. E' la riprova di quanto sia urgente procedere alle cessioni (dagli immobili ai terreni, dalle attività di stoccaggio all'As Roma), sebbene per il momento il piano di salvataggio messo a punto dagli advisor Mediobanca e Lazard resti al palo. A parte qualche dismissione di piccola entità portata a termine nel 2008, la gran parte del portafoglio della Compagnia Italpetroli non è ancora stata toccata. Questo scenario, oltre che sui Sensi, pesa anche su Unicredit, azionista al 49% di Italpetroli e principale finanziatore della famiglia.

Per questo, come anticipato da MF-Milano Finanza il 10 settembre, la banca guidata da Alessandro Profumo sta ipotizzando di svalutare la partecipazione detenuta in Italpetroli. La mossa avrebbe l'obiettivo di fare pressione sui Sensi e di abbassare il valore di carico della As Roma, la cui vendita a quel punto potrebbe rivelarsi più agevole rispetto a quanto sperimentato finora. Tale strategia tra l'altro potrebbe risultare gradita alla famiglia Angelini. Gli industriali farmaceutici starebbero lavorando con sempre maggior convinzione al piano per l'acquisizione del club calcistico capitolino da sottoporre all'attenzione di Unicredit e degli advisor Mediobanca e Lazard.

Tornando ai numeri 2008 di Italpetroli, emerge che il debito totale della holding è lievitato a 530,2 milioni (+33,8% rispetto al 2007), un livello pari a 2,5 volte il fatturato (203 milioni). Sull'esposizione della holding pesano in particolar modo i 403 milioni di debiti nei confronti di Unicredit e di Mps. Sulla posizione finanziaria, va notato, hanno pesato le passività delle neo consolidate Svila e Borgo di Perolla. Inoltre, l'anno scorso Italpetroli ha dovuto registrare le perdite della maggior parte delle attività industriali e ha chiuso con in rosso per 32 milioni, a fronte di un patrimonio netto diventato negativo per 200 milioni. La capogruppo ha ottenuto un utile di oltre 6 milioni, grazie però a plusvalenze legate a cessioni infragruppo di alcune attività di stoccaggio.

La crisi, insomma, è conclamata. Ma i Sensi non mollano; dopo avere aumentato da 1 a 2,4 milioni di euro i compensi complessivi annuali per i membri del consiglio di amministrazione della Italpetroli, la famiglia continua a portare avanti il processo di ristrutturazione con l'obiettivo di dimezzare l'indebitamento a quota 250 milioni attraverso le cessioni. Il solo comparto immobiliare, sostengono i Sensi, incorpora valori inespressi per 100 milioni di euro. Il tempo però stringe e i soldi per puntellare la struttura finanziaria della holding vanno incassati in fretta.